Ci troviamo in presenza di una delle aree archeologiche più note della Sardegna, occupata da un nuraghe complesso – due torri e antemurale – e da un villaggio. Il complesso architettonico ha una lunga storia. La prima fase occupa l’arco cronologico compreso tra il 1500 e il 900 a.C. In questo periodo vennero edificate la torre di maggiori dimensioni – attualmente visibile per un elevato di m 8 e di cui si conserva interamente la camera con la canonica copertura a ‘tholos’ – e alcune delle capanne. Nei cento anni successivi la torre venne avvolta da un imponente rifascio che si estese verso una seconda torre. In contemporaneità cronologica e progettuale vengono edificate anche alcune nuove capanne. Tra queste, la cosiddetta ‘capanna delle riunioni’: una struttura di m 12 di diametro, dotata di sedile perimetrale, di un modellino di nuraghe e di un seggio-trono cilindrico in arenaria, elementi che ne connotano la funzione politico-religiosa. Una nuova fase edilizia si manifesta tra l’850 e il 700 a.C.: il corpo aggiunto fu interessato da un parziale rifacimento, venne realizzato l’antemurale ed ulteriormente ampliato il villaggio di capanne, che giunse ad un numero di circa 200 abitazioni. Intorno al 700 a.C. si verifica un violento incendio, causa quasi certa dell’abbandono del complesso, che comunque continua ad essere frequentato sporadicamente fino a circa il 200 a.C. La gestione di Alghero Complesso di Palmavera è in comune con la gestione di Alghero Necropoli di Anghelu Ruju