Nel percorso di avvicinamento al santuario di Romanzesu, ci immergiamo in un bellissimo sughereto, che protegge l’area sacra, una delle più importanti ed imponenti dell’intera isola. Il complesso monumentale occupa un’area complessiva di circa sette ettari: è costituito da un tempio a pozzo, quattro templi a ‘megaron’ (strutture rettangolari con il caratteristico prolungamento anteriore e posteriore denominato in antis), un villaggio comprendente un centinaio di capanne, cinque edifici di culto. Tra i numerosi edifici che concorrono a dare forma e identità a questo straordinario luogo di culto, attira la nostra attenzione un grande recinto ellittico con ingresso ad est e all’interno una serie di di muri concentrici, che creano un percorso anulare di avvicinamento ad un ambiente centrale lastricato. Posizionato al centro di questo spazio, troviamo un basamento realizzato con l’impiego di blocchi a ‘cuneo’. Si tratta quasi certamente di una sorta di altare destinato ad accogliere, forse, un modellino di nuraghe in terracotta venuto alla luce durante gli scavi, frammentario. Oltre a questo reperto, lo scavo ha restituito un migliaio di ciottoli di quarzo, a cui è stata attribuita una funzione rituale. La vita dell’intero impianto edilizio occupa un arco cronologico che parte dalla fine del Bronzo Medio (1600 a.C.) sino all’Età del Ferro (800 a.C.).