Il nostro viaggio ci conduce ora al nuraghe Santu Antine. La visita a questo monumento lascia il segno: un’esperienza fisica e intellettuale insieme. Il monumento comincia a parlarci da lontano. Lo accoglie uno spazio pianeggiante, ampio, che lascia correre lo sguardo. Altri monumenti simili in lontananza lo accompagnano. Lui però si fa riconoscere per le imponenti dimensioni e per la tecnica costruttiva di elevata raffinatezza. Man mano che ci avviciniamo ne cogliamo i particolari: la regolarità strutturale, la forza architettonica. Si tratta di un nuraghe trilobato (tre torri ne conformano il bastione) realizzato con blocchi in basalto. Irregolari ed imponenti alla base e progressivamente più piccoli e sempre più squadrati verso la sommità. Realizzato in tre piani, con corridoi coperti che in origine si snodavano sui tre livelli (oggi se ne conservano solo due: il secondo parzialmente) collegando tra loro le torri di perimetro e raccordandosi tra loro con anditi trasversali. La torre centrale (mastio) presenta alla base un diametro di m 15,50; l’altezza residua è di m 17,55; la camera del secondo piano, di cui si conserva il solo filare di base, presenta sul pavimento un profondo ripostiglio a pozzo. Due pozzi veri e propri si trovano invece nel cortile e all’interno di una delle torri. La vita del complesso va dal Bronzo Medio all’Età del Ferro (1500 – 800 a.C.) ma il suo uso arriva sino all’età storica.