Fare archeologia significa innanzi tutto immergersi in un’esperienza sensoriale. È il nostro corpo, nella sua pienezza, che compie l’esperienza. Se ci affidiamo a lui, se lo ascoltiamo, possiamo sperare di entrare in contatto col passato attraverso le tracce che ci giungono da altri mondi. Ogni monumento, ogni oggetto creato in passato può raggiungerci come la luce di stelle estintesi milioni, miliardi di anni fa, di cui noi, ora, vediamo i riverberi nell’oscurità della notte. Siamo ora in presenza di una di queste ‘stelle’. Un complesso architettonico costituito da una torre centrale originariamente a più piani, da un bastione quadrilobato, da un antemurale, da un villaggio. Mastio e bastione appaiono realizzati con tecniche costruttive differenti. Il dato è stato interpretato come riflesso di differenti momenti di edificazione. Nei pressi di una delle torri sono stati recuperati una quarantina di oggetti in bronzo: punte di giavellotto, frammenti di panelle, punteruoli, puntali di lancia, asce, lamine…Si tratta probabilmente delle testimonianze relative ad un ripostiglio da fonditore che doveva essere posizionato nelle parti alte delle murature, poi crollato con esse. Da segnalare anche due lamine d’argento, una delle quali rappresenta una piuma. L’inquadramento cronologico del complesso oscilla tra Bronzo Recente e il Bronzo Finale (1350 – 1150 a.C.).