La vita, qualunque cosa si intenda con questo termine, è un fenomeno dinamico. Tutto ciò che è vivo è in continuo divenire. Non fanno eccezione i fenomeni culturali, espressioni vitali dell’essere umano. Questa dinamica vitale si manifesta nelle mutazioni della forma materiale delle creazioni architettoniche dei e degli oggetti di cui l’archeologia si occupa. Il territorio che contorna l’area occupata dal nuraghe lascia scorre libero il nostro sguardo. Respiriamo, mentre ci viene incontro. E lo vediamo, finalmente, da vicino. La sua ‘lettura’ non è cosa facile, proprio a causa della vita articolata che lo ha portato sino ai suoi connotati attuali. Dal 1600 a.C., momento di fondazione, la sua storia attraversa i secoli, per giungere addirittura al 150 d.C., in piena età romana. Non ripercorriamo la descrizione della struttura, per affidarla all’esperienza fisica sul posto. Ci limitiamo a ricordare l’elemento che rende questo monumento assolutamente speciale: l’altare presente all’interno del mastio: uno straordinario altare monumentale in arenaria in forma di nuraghe, collocato nell’angolo NE. Come la versione in prosa di una poesia, descriverlo è impossibile: andate a visitarlo.