Ci affacciamo ancora una volta all’esterno del recinto cronologico nuragico, che fa da spartiacque culturale di questo nostro viaggio. Lo facciamo, come abbiamo detto più volte, per aiutarci a capire che tutti hanno una storia: anche le genti nuragiche. Eccoci quindi in un sito che appartiene al passato del mondo nuragico, inquadrabile cronologicamente tra il Neolitico Finale, (3200 – 2800 a.C.) e il primo Calcolitico (2800 – 2600 a.C.), come testimoniano sia le tipologie tombali, sia i reperti rinvenuti come corredo delle sepolture. segno distintivo di questo sito è la ‘foresta’ di menhir, che allineati, in coppie, o disposti più accanto alle tombe proteggono la necropoli. Le tombe sono state realizzate con l’arenaria locale. Sono costituite da due o tre anelli concentrici di pietre. In qualche caso un paramento esterno a gradoni sostiene il tumulo tombale. La camera funeraria occupa la posizione centrale della struttura. Generalmente è costruita in tecnica sub-ciclopica. Si accede attraverso un corridoio costituito da lastroni ortostatici – in qualche caso si tratta di menhir – coperti a piattabanda. Degna di nota la tomba II, realizzata con l’impiego di due blocchi all’interno dei quali sono stati scavati gli spazi della sepoltura. La funzione simbolico-religiosa dei menhir accompagna l’area funeraria, seguendo un rituale ben attestato anche in altre aree d’Europa.